giovedì 18 ottobre 2007

ARIA

Mi piace sentire l'aria che si muove, che fa muovere le foglie degli alberi, mi piace assaporare il gusto delle cose veloci, come l'aria.
L'aria nuova, come quando si apre la finestra alla mattina, quella mi piace, quella ancora carica degli odori della notte, che porta i suoni del giorno.
Quella stessa che ti ha sussurrato all'orecchio che qualcosa stava cambiando, quella che schiarendo il cielo ti fa capire che qualcosa è cambiato, l'azzurro forse, è più nitido, le nuvole sono lontane, il caldo dell'estate sommerge tutto.
Osserverò dalla rocca la Romagna. Osserverò dal cammino delle streghe la pianura che si stende fino al mare, costellata di luci tremolanti alla calura estiva, come candele.
Osserverò il cielo nella speranza di trovarvi ancora delle stelle, cercherò tra queste il sentiero giusto, rapido, mai fermo.
Ancora una volta di fronte ad un bivio, accompagnato dalle emozioni, dai luoghi e dal tempo, ancora una v olta l'asfalto correrà veloce sotto le ruote, scorreranno i panorami come in un caleidoscopio. Pulirò la visiera dai pestiferi moscerini, ed ogni volta che lo farò avrò una visione di ciò che sarà.. dietro, o davanti.
La notte porterà consiglio e dissolverà le scariche di elettricità a bassa tensione che stanno ora attraversando il mio corpo, sono la rana del Galvani, reagisco immoto, morto, agli stimoli esterni, vedo una luce, fioca, appesa ad un esile cavo elettrico.
Sono la forchetta in mano ad un camionista, mi pianterò di testa tra le cosce.
Sono il rapido passare delle nuvole temporalesche, sono il tuono preceduto dal lampo.
Sono le ombre sui campi di grano, sono grano.
Sono ognuna delle luci della Romagna, e dal basso osserverò cosa accadrà lassù, sulla rocca. Pronto anche a spegnermi, se ve ne sarà necessità, sono il sole che tramonta per lasciare spazio alla notte, sono la notte che giunge a coprire rapidi misfatti, veloci baci, piccoli furti.
Sono la mano ladra da punire e l'ascia del boia allo stesso istante.
Dalla Rocca, che sempre portò consiglio osserverò lo svolgersi delle cose, il voltarsi delle pagine di un libro lasciato sul davanzale. Leggerò come un refolo d'aria, ogni parola, senza trovare alcun peso.
Questo è quello che farò se tutto questo sarà..
Girerò la chavetta di accensione fino a vedere la lancetta a fondoscala, abbasserò la visiera e saranno ancora i veloci chilometri, miei fidati compagni di viaggio, a trovare la strada del mesto ritorno, se al contrario tutto ciò non sarà.
Ma poco importa ora che nulla è certo che ogni ipotesi può essere confermata o smentita in un battito di ciglia.
Sono la pioggia che cade sull'asfalto. Sono il fiume che serpeggia gonfio di lacrime in fondo alla gola della montagna.
Sono il sole che provocherà le nuvole, sarò ancora ed ancora un rapido temporale estivo.
La notte porterà consiglio a regine e naufraghi.
PapaRR